Il museo d’arte moderna MEAM ha aperto le sue porte il giorno 08 giugno 2011 nel quartiere de la Ribera nella città spagnola di Barcellona.
Curiosamente vicino al famosissimo museo di Pablo Picasso, esso è ben presto diventato il primo museo di arte figurativa contemporanea di tutta la Spagna grazie alla guida dello storico direttore Josè Manuel Infiesta, scrittore, editore e celebre architetto spagnolo originario proprio di questa città.
Fino alla sua morte, avvenuta il giorno 08 ottobre 2021, sarà lui a tenere le redini del MEAM, portandogli gloria e le luci della ribalta per molti anni, verrà sostituito dall’attuale direttore Josè Enrique González. Come si può intuire, l’idea a monte di questo progetto è stata mossa da un’iniziativa provata propria dell’architetto Infiesta, che acquistò il palazzo nel 2006 da un’artista olandese, il quale nonostante il restauro fatto agli inizi del XX secolo decise di dare un suo personale tocco alla dimora vincendo addirittura il premio FAD per l’interior design del piano nobile da lui restaurato.
Il palazzo del MEAM è in effetti parte di quella parte della città “vecchia” che coi secoli si è fusa sempre più con la modernità, confluendo in una fascia cittadina dedicata alla cultura (basti pensare alla vicinanza con altri celebri musei ed altri siti d’interesse culturale); sorge all’interno di un palazzo d’origine settecentesca acquistato nel 1792 dal mercante di tessuti Gomiz che lo elesse a residenza privata ricostruendolo completamente, dotandolo di un piano nobiliare dotato di patio esterno a cui si accedeva grazie ad una scala in pietra, sviluppandosi per un totale di tre piani.
Successivamente, verso la metà del XIX secolo, il palazzo Gomiz venne curiosamente diviso in due apparendo su entrambi i lati della strada; questo perché fu necessario per mettere in comunicazione il centro storico di Barcellona con il castello per creare la famosa via del Carrer de la Principesa.
La Fondazione
In questo contesto nasce il MEAM, di proprietà della “Fundació de les Arts e els Artistes” fondata
nel 2005, dall’architetto e futuro direttore del museo: Insignia che diede vita a questa fondazione finalizzata alla difesa dell’arte figurativa ed alla promozione degli artisti contemporanei (del XX e XI secolo) che la praticano; dotandola di un proprio fondo da utilizzare per creare una collezione che troverà spazio dall’anno successivo in poi, all’interno del museo. Attualmente, disponendo dei propri fondi, la fondazione ha potuto esporre una grande collezioni con un’ampia gamma di opere di artisti tuttora in vita tra scultori e pittori, circa duecento, provenienti da cinquanta paesi differenti. In effetti, il MEAM ci permette di scoprire una forma d’evoluzione dell’arte contemporanea, diretta e comprensibile, idea in completo contrasto con l’associazione che normalmente si fa con essa: cioè che sia troppo sperimentale, così astratta e distante dalla realtà dal renderne difficile anche la fruizione.
Laura al MEAM
Gli artisti presi in considerazione hanno all’interno della loro produzione elementi di arte figurativa spesso espressa con creazioni astratte ma non solo, al punto che per alcuni autori ci domandiamo se stiamo ammirando un quadro od una foto.
La suddivisione delle opere della collezione museale è operata secondo questo principio:
- Scultura moderna del secolo XX
- Collezione di figure Art Déco
- Pittura figurativa
Vengono aggiunte poi altre opere e collezioni contemporanee come la scultura europea del XX secolo (Despiau, Bordelle, Malfray, Klimsk …), la scultura catalana del XX secolo… oltre ad essere ospitate presentazioni di artisti internazionali, cicli musicali, visite scolastiche, laboratori di pittura e scultura, mostre ed eventi privati come quello a cui è stata invitata Laura Turcan.
All’artista è stato infatti chiesto di esporre una tra le sue opere di pittura figurativa e materica, perciò l’opera “The End” allegoria della delusione d’amore, è stata esposta proprio al MEAM di Barcellona, in occasione dell’evento privato a cui sono stati invitati solo duecento tra scultori e pittori.
L’esposizione delle varie opera è stata correlata all’evento privato rappresentando un’occasione più unica che rara anche per la stessa Laura.